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Sotto l'Arengario
di Giuseppe Civati


sotto l'Arengario
Da sempre gli analisti politici che si ritrovano intorno alle panchine di Piazza Roma e lungo le aiuole di via Italia, a metà mattina e intorno all'ora dell'aperitivo, hanno commenti salaci sull'attività delle amministrazioni comunali che si succedono al governo della città. Per il 2003 i nostri commentatori dell'isola pedonale offrono a chi li ascolta un parere spietato: ritengono, senza dubbi di sorta, che la Giunta Faglia sia già in ritardo e che i risultati tardino a venire. I nostri "pasquini" sanno di esagerare: del resto, sono nel loro piccolo degli opinion leader e hanno da sempre la propensione a ingigantire le cifre, le quantità e i numeri, soprattutto in negativo. Se si passa di là si può solo far notare loro che Faglia governa da qualche mese e che le sorprese, positive, verranno presto. Per una città ferma da un decennio, poi, le prime cose che Faglia ha fatto costituiscono già, di per sé, qualcosa di rivoluzionario. Non li si convincerà: ma almeno, fra qualche mese, ci si potrà togliere una soddisfazione. Passando dal centro, si potrà dirgli sottovoce, in un orecchio, per non ferirli: "Ve l'avevo detto". E, inaspettatamente, per la prima volta sul loro viso apparirà un sorriso. Piccolo, per non perdere l'aplomb. Ma comunque un sorriso.

Giuseppe Civati


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  13 aprile 2003